A cosa servono gli hashtag nei social media? Li usiamo con consapevolezza oppure no? Per comprendere bene lo scopo con cui dovremmo inserirli nei nostri post su: Facebook, Instagram, Twitter e Pinterest dobbiamo analizzare il significato della parola e la sua storia attraverso i social.
Il termine hashtag è una parola composta da: hash, ovvero cancelletto – il simbolo che troviamo sulle tastiere dei nostri cellulari – e tag, ovvero etichetta. La parola, per la prima volta, è comparsa in una chat di messaggistica istantanea per lo scambio di informazioni fra utenti. All’epoca si scelse di etichettare le diverse conversazioni in base agli argomenti trattati in modo da aiutare gli utenti interessati a determinati dibattiti a seguire solo quelli. Quando sono comparsi poi gli hashtag nei social media?
Un po’ di storia degli hashtag nei social media
La prima data a cui far riferimento è quella del 2006 per Twitter. Qui gli hashtag hanno avuto enorme successo. Fra migliaia e migliaia di cinguettii, infatti, sono serviti e servono tutt’ora, per contrassegnare le parole chiave, indicizzare i contenuti condivisi e etichettare gli argomenti. Un esempio? Se sentiamo una lieve scossa di terremoto e vogliamo sapere cosa sia successo e dove sia l’epicentro ci basta entrare su Twitter e scrivere #terremoto per avere tutte le news in tempo reale. L’utilizzo non è solo questo. Ormai con gli hashtag si parla, tweet dopo tweet, di politica, economia, gossip e soprattutto televisione. Sono sempre di più le persone che commentano i programmi di Rai e Mediaset, ma anche le serie Netflix e i film.
Da Twitter si passa ad Instagram e poi nel 2013 gli hashtag hanno fatto la loro comparsa perfino su Facebook visto il grande successo sugli altri social. L’utilizzo cambia leggermente. Su Twitter si utilizzano per esprimere opinioni e commentare live fatti di diversa natura. Su Instagram, invece, servono per categorizzare le foto ed aggiungerle così a grandi album personali e collettivi. Un esempio? Se siamo a Milano e facciamo una foto al Duomo potremmo mettere #Milano #DuomoMilano e creare così nel nostro account una pagina tag legata alla città con tutte le foto scattate durante la visita. Allo stesso tempo, tramite questi stessi hashtag la foto o le foto compaiono in un album ben più grande, quello a cui partecipano tutti gli utenti che utilizzano la stessa etichetta. Avete visto Emily in Paris? Una semplice americana, che lavora nel campo pubblicitario e sui social, fa successo in Francia grazie all’utilizzo sapiente di alcuni hashtag ad hoc pubblicando, foto dopo foto la sua visione della bellissima Parigi.
A cosa servono #?
A questo punto pare chiaro come gli hashtag nei social media servano soprattutto a catalogare post. In questo modo gli utenti possono trovare in poco tempo un determinato argomento, piuttosto che una foto o un video.
Tutto qui? Certo che no. Il loro uso è divenuto sempre più popolare anche perché permettono di aumentare la platea in grado di vedere quel determinato post in cui sono inseriti. Fanno cioè crescere la popolarità online di quella foto, di quel video o di quel commento ed aumentano la visibilità dei contenuti che produciamo. Un esempio pratico? Facciamo finta di essere un brand di cosmetici. Il nostro account su Instagram vanta molti follower. Le utenti non si perdono un post. Il nostro obiettivo, però, è quello di presentare il nuovo rossetto anche ad altre potenziali clienti che non seguono la nostra pagina. Come fare? L’hashtag giusto può essere una delle soluzioni da adottare. Studiando quelli maggiormente utilizzanti in campo cosmetico e soprattutto per i rossetti ci si può infilare, grazie ad una determinata etichetta, in conversazioni più ampie e avere potenzialmente un maggior numero di utenti che potranno entrare in contatto con il nostro post.
Ricapitolando gli hashtag sui social media vengono utilizzati per:
- Stimolare e aggregare conversazioni intorno un determinato argomento
- Creare album collettivi o propri album tematici
- Incrementare potenzialmente la visibilità del post e prendere qualche like in più
Foto di Tanja-Denise Schantz da Pixabay